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Cosa possiamo fare per fermare la distruzione delle ultime grandi foreste del pianeta?

Consumatori e imprese possono fare molto. Hanno il diritto e il dovere di richiedere legno e prodotti a base di lengo che non provengano dalla distruzione delle foreste naturali. Riciclare, evitare l'uso di legno o derivati per prodotti usa e getta, chiedere la certificazione FSC.

Il valore aggiunto della foresta. Il valore economico delle foreste è molto più alto del legno che contengono: prodotti come gomma, fibre vegetali, noci, frutta, fiori, miele e erbe medicinali sono solo alcuni esempi di prodotti forestali non legnosi.

Il legno amico delle foreste
Il Forest Stewardship Council

Il sito italiano dell'FSC http://www.fsc-italia.it/

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GREENPEACE LANCIA L'ALLARME AFRICA:
NONOSTANTE PROMESSE IMPORTATORI, ANCORA LEGNO ILLEGALE IN ITALIA


Roma, 13 marzo 2003 - Taglio illegale, guerre e poverta': il trinomio che sta portando le foreste africane all'esaurimento. Nel corso della sedicesima
sessione del Comitato per le foreste il rapporto FOSA avverte che la situazione delle foreste in Africa sara' caratterizzata da gravi e continue perdite del manto forestale, dal deterioramento ambientale, dall'esaurimento dei prodotti forestali non legnosi in generale e piante medicinali in particolare.
"L'Italia e' il primo importatore europeo di legname africano, di cui si calcola che per la meta' si tratti di legno illegale: il nostro paese ha grandi responsabilita' e grandi opportunita'" ha commentato Sergio Baffoni, di Greenpeace.
Lo scorso aprile, e' stato raggiunto un accordo tra Greenpeace e l'associazione di categoria (Fedecomlegno) che si era impegnata a combattere le importazioni di legno illegale e da paesi in cui il settore forestale e' coinvolto in guerre. Ma indagini di Greenpeace rivelano che continua ad essere scaricato nei porti italiani legname proveniente da imprese che hanno fatto del taglio illegale la propria norma di condotta (Hazim), mentre non sono neppure cessati gli arrivi delle famigerate compagnie liberiane accusate dagli esperti delle Nazioni Unite di alimentare il conflitto in Africa Occidentale e svolgere un ruolo diretto nel traffico di armi (OTC).
Questo rende il nostro paese fortemente vulnerabile proprio alla vigilia della presidenza italiana dell'Unione Europea, che dovra' lanciare il Piano di Azione contro il legno illegale, avviato gli scorsi mesi.
"Mentre investono milioni di dollari in misure per prevenire il terrorismo internazionale e la destabilizzazione regionale, i paese europei continuano a finanziare gli stessi focolai di guerra e terrorismo importando legname che viene utilizzato per finanziare cruenti conflitti" ha aggiunto Sergio Baffoni. Gli strumenti legali per fermare l'illegalita' sono gia' da tempo a disposizione, ma non sono messi in pratica. Greenpeace ritiene che il governo debba urgentemente compiere alcuni passi, tra cui l'attuazione di convenzioni gia' sottoscritte, quella sui beni trafugati e quella sulla corruzione e sulla frode fiscale (Convenzione OCSE).
Il governo dovrebbe poi impegnarsi ad acquistare solo prodotti forestali e derivati certificati secondo gli standard di buona gestione forestale come indicati dal FSC e al controllo dei flussi finanziari, delle agenzie di credito e alle esportazioni.

 

 

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